15/06/2018
La Frapiccini alla Biblioteca di Palermo
Il prof. Bugatti, direttore del Musinf, è intervenuto alla Biblioteca comunale di Palermo per l'Incontro pubblico su Arte, Memoria e Legalità in presentazione del progetto Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l'Anima. Del progetto e dell'istallazione della Frapiccini il Musinf di Senigallia è stato partner insieme all'istituto italiano di cultura di Bruxelles.
Con il prof. Bugatti sono interventuti, Eliana Calandra, direttore Archivio Storico Comunale di Palermo, Federica Galloni, Direttore Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Anna Detheridge, Presidente Connecting Cultures, Costanza Meli, Curatrice e Presidente Associazione Isole, Antonio Calabrò, Direttore di Fondazione Pirelli e Vice Presidente di Assolombarda, Pasquale Scimeca, regista e direttore didattico del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, Marco Rizzo, giornalista e scrittore, Fabrizio De Pascale, regista documentario Una strage ignorata, per la Fondazione Argentina Altobelli. La mostra a Palermo dell'artista Eva Frapiccini è risultata un'occasione per invitare altri soggetti attivi a livello nazionale a riflettere insieme sui temi della legalità e della memoria, attraverso la lente dell'arte, nella costruzione di una pratica culturale interdisciplinare. In quest'ottica, la giornata di incontro presso la Biblioteca Storica Comunale di Palermo è divenuta non solo una presentazione al pubblico del lavoro Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l'Anima, ma anche un momento di riflessione, in cui, al racconto dei curatori del progetto e dell'artista, si sono alternate diverse voci e testimonianze del mondo artistico e culturale, dalla fotografia al teatro, dalla graphic novel al video-documentario. Ricollegandosi ai temi affrontati nell'opera dell'artista, l'incontro si è proposto come una piattaforma di confronto sull'Italia del presente e sulla percezione del concetto di legalità dal punto di vista delle pratiche creative. Attraverso gli interventi e la visione di materiali audio e video, s è ragionato sulle potenzialità delle espressioni artistiche di stimolare nuove e inedite chiavi di lettura - anche nelle generazioni più giovani - sulla storia e sulle vicende che hanno profondamente influenzato lo scenario politico, sociale e culturale italiano degli ultimi 40 anni. Inoltre, l'opera della Frapiccini, focalizzandosi sulle carte e i documenti privati delle vittime di mafia, ha aperto ad un altro tema chiave: l'Archivio della Memoria. Come possiamo restituire valore e dignità, nel 2018, alle azioni quotidiane di uomini e donne che hanno liberamente deciso di combattere un sistema corrotto e ne hanno fatto una vocazione personale, non da eroi, ma da persone comuni, dedite al proprio lavoro e fedeli ad una personale cultura della legalità? In tal senso, i documenti, gli appunti manoscritti, conservati dalle famiglie delle vittime o presenti negli Archivi di Stato, nelle Questure, nei Commissariati di Polizia e nelle biblioteche, restano ad oggi l'unica testimonianza di tale vocazione e, in quanto tali, dovrebbero essere trasmessi e valorizzati. Un invito, questo, che ha chiuso l'incontro, ma che lasciando aperta una riflessione più ampia sull'importanza dell'archiviazione di queste carte private, sul significato della loro conservazione e della loro successiva fruizione. Dopo Palermo l'opera della Frapiccini sarà esposta a Bruxelles, Istituto italiano di cultura e poi a Senigallia, Palazzetto Baviera. L'opera resterà, dopo la presentazione al Palazzetto Baviera nel patrimonio del Musinf di Senigallia, in quanto partner del progetto della Frapiccini, vincitore dell'Italian Contest 2018. |