25/08/2016
Marco Antonetto e Lorenza Bravetta alla presentazione del libro del futurista Ivo Pannaggi
Fitto il calendario degli incontri estivi per Senigallia Citta' della fotografia. Nei giorni scorsi il sindaco Maurizio Mangialardi, l'assessore
alla cultura Simonetta Bucari ed il prof. Bugatti, direttore del Musinf, hanno incontrato Lorenza Bravetta, direttrice del Centro Italiano di
Fotografia Camera di Torino, notissima per aver diretto Magnum Europa a Parigi. Per l'occasione Lorenza Bravetta era accompagnata da Marco Antonetto,
che dirige la Galleria Photographica di Lugano ed e' stato curatore del settore fotografia del museo del Cinema della Mole Antonelliana di
Torino. Oggetto dell'incontro e' stata la progettazione di un evento fotografico di rilievo nazionale, dedicato alla storica vicenda della Bussola,
il cui manifesto ha visto protagonisti grandi fotografi come Giuseppe Cavalli, poi fondatore del Gruppo Fotografico Misa di Senigallia. Il progetto,
di rilievo nazionale, interessera', con una serie di esposizioni, i Musei di Torino, Trento e Senigallia e prevede la pubblicazione di un importante
catalogo. Lorenza Bravetta e Marco Antonetto hanno anche presenziato al Palazzo del Duca alla conferenza di presentazione del libro sui reportage
dei viaggi polari compiuti dal famoso pittore, architetto futurista Ivo Pannaggi nel periodo tra maggio del 1936 e giugno del 1938. Anni in cui
l'artista intraprese tre viaggi (Lapponia, Groenlandia e Antartide) come inviato della Gazzetta del Popolo di Torino. Questo giornale pubblico' i
suoi reportage a puntate. Alla presentazione ha preso parte il figlio di Pannaggi, Marco, che vive ad Oslo e che ha portato una sua personale
testimonianza sull'opera del padre. Dopo i saluti dell'assessore alla cultura Simonetta Bucari e di Lorenza Bravetta, ci sono stati gli interventi di
Luca Natali, Luigi Ricci e di Stefano Schiavoni, coordinatore della Biblioteca arti visive del Musinf, che ha presentato uno stralcio dell'intervista
video di Carlo Emanuele Bugatti a Mario Verdone. Intervista, che aveva raccolto il racconto della vita del grande critico e numerosi riferimenti al
suo rapporto epistolare con Ivo Pannaggi. L'incontro al Palazzo del Duca ha registrato l'afflusso del pubblico delle grandi occasioni. Molti i fotografi
e gli operatori del settore. L'assessore Bucari ha salutato in particolare Michelangelo Guzzonato e Alberto Polonara, che, con Massimo Marchini, in
questi giorni sono stati protagonisti di esposizioni e workshops, organizzati dalla Comunita' del Cadore, ottenendo vivo successo. Le manifestazioni
in Cadore sono state accompagnate dalla pubblicazione di due cataloghi, uno dedicato ai workshops ed uno dedicato alle fotografie delle Dolomiti
scattate da Michelangelo Guzzonato. Molto l'interesse dei fotografi per la presenza di Marco Antonetto che, dal 15 settembre presentera' a Lugano,
l'esposizione Camere in prestito, curata da Angela Madesani. Si tratta di una mostra, che aprira' un nuovo capitolo nel percorso artistico di
Photographica FineArt, la notissima galleria di Antonetto, dedicata solo alla fotografia del 900 e contemporanea. Camere in prestito e' dedicata alla
fotografia concettuale. Raccoglie 16 protagonisti di quella particolare stagione tra gli anni Sessanta e i Settanta, durante la quale nel mondo
artistico occidentale si manifesta una crisi dell'oggetto pittorico e scultoreo. Molti sono quindi gli artisti che prendono a utilizzare media
tecnologici quali la fotografia, il cinema e in un secondo tempo, il video. L'esposizione Camere in prestito e' il tentativo di scoprire un campo della
storia dell'arte di vaste proporzioni, che a oltre quarant'anni di distanza rivela tutto il suo interesse e il suo fascino. I linguaggi tradizionali
dell'arte giungono in quel particolare periodo storico a una sorta di azzeramento. In molti sentono il bisogno di confrontarsi con la realta' attraverso
uno strumento neutro di registrazione dei dati oggettivi. La mostra propone lavori collocabili in ambiti distinti, di artisti italiani provenienti da
storie profondamente diverse tra loro, che hanno, tuttavia, in comune l'utilizzo del linguaggio fotografico con diverse declinazioni. La fotografia
come inclusione (collage), come documentazione o anche come impiego di tecniche fotografiche che va dall'uso della Polaroid alla carta o alla tela
sensibilizzata ai sali d'argento. La mostra, tra le sedici pareti della galleria – una per artista – si snoda in un percorso che accompagna il visitatore
tra le varie esperienze. A partire dagli anni Sessanta Vincenzo Agnetti sperimenta, fra gli altri, l'utilizzo della fotografia, ridefinendo l'ambito
dell'arte concettuale in Italia, in stretta relazione con le esperienze americane. La sua e' una imprescindibile riflessione di matrice linguistica;
cosi' per Paolo Gioli che manipola lo strumento fotografico, con un atteggiamento avanguardistico, lo svuota per giungere all'essenza, al grado
zero. Franco Vimercati, dagli anni Settanta, indaga il senso stesso della fotografia. Nucleo fondamentale della ricerca di Franco Vaccari e' la
teorizzazione del concetto di esposizione in tempo reale, che trova un importante esempio nell'opera Lasciate una traccia del vostro passaggio,
realizzata per la Biennale di Venezia del 1972. Vaccari come Cioni Carpi e' un protagonista della Narrative Art, ricreazione di una situazione
temporale attraverso l'utilizzo della sequenza. In questo ambito si colloca, infatti, l'opera in mostra di Carpi Abbiamo creato atipici sistemi,
in cui e' un'analisi di matrice sociale-antropologica. Di matrice antropologica e' anche il lavoro di Michele Zaza, la cui ricerca risente fortemente
della cultura mediterranea di cui e' figlio. Il problema di tenere in vita il concetto di avanguardia e' precipuo per Bruno Di Bello, che si serve
di un medium freddo in grado di avere un rapporto privilegiato con il reale. Claudio Parmeggiani si pone in dialogo con la storia dell'arte, dando
vita a un rapporto che non e' mai una mera citazione. I suoi sono, piuttosto, frammenti, della memoria. Aldo Tagliaferro, nel corso degli anni, ha
dato vita a una riflessione di matrice esistenziale in cui il medium fotografico e' protagonista. Cosi' come Giorgio Ciam nella cui opera e' l'idea del
se' come presenza-assenza, che si pone in dialogo con il circostante. Provenienti dall'ambiente della poesia visiva fiorentina sono il concettuale
Maurizio Nannucci e Ketty La Rocca, unica presenza femminile della mostra, protagonista indiscussa della Body Art. Un particolare interesse e' puntato
sul rapporto fra la fotografia e gli artisti dell'Arte Povera, attraverso le opere di tre protagonisti di quel movimento, Giulio Paolini, Giuseppe
Penone, e Gilberto Zorio. Se per Zorio e Penone la fotografia e' traccia, documento di un'azione, per Giulio Paolini, l'accezione e' di natura teorica,
d'indagine, sul significato del medium da un punto di vista linguistico e concettuale. La fotografia, per gli artisti, diviene un modo oggettivo per
fissare l'istante in un incontro unico tra spazio e tempo, che si relaziona perfettamente con la storia dell'arte di un complesso periodo, quello
appunto che va dalla fine dei Sessanta ed arriva alla fine del decennio successivo. L'arte italiana si pone in tal senso in fitto dialogo con quanto
accadeva nel resto del mondo, mantenendo, tuttavia, una propria, quanto originale peculiarita', come Camere in prestito si propone di sottolineare.
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