01/07/2014
Musinf: acquisiti due ritratti autografi di Antonio Bragaglia ![]() Tra i suoi scritti: La maschera mobile (1926), Scultura vivente (1928), Del teatro teatrale ossia del teatro (1929), Film sonoro (1929), Nuovi orizzonti della cinematografia (1929), Evoluzione del mimo (1930), Teatro di prova (1934), Le maschere romane (1947). Diresse anche alcuni film; tra questi, notevoli come esperimenti d'avanguardia di ispirazione futurista, Thais (1917) e Perfido incanto (1918), entrambi con scenografia di E. Prampolini. “Mario Verdone, il padre di Carlo Verdone, era stato testimone e poi attento documentatore e storico del futurismo amava parlare dell' eccezionalita' dell'esperienza della Casa d'arte Bragaglia” dice il prof. Bugatti, direttore del Musinf , che e' stato l'autore di una intervista video a Mario Verdone” aggiungendo, che per capire l'importanza storica della La Casa d'arte Bragaglia, bisogna ricordare che fu aperta a Roma alla fine del 1918, in via Condotti 21, restando attiva fino al giugno 1921”. La Casa d'Arte Bragaglia ospito' in totale una settantina di mostre. Fu affiancata dalla rivista "Cronache di Attualita'". Economicamente era sostenuta dallo studio fotografico dei fratelli Bragaglia, anch'esso sito in via Condotti. La scelta degli artisti fu aperta all confronto tra correnti diverse. Il calendario espositivo s'inauguro' con le mostre di Giacomo Balla (ottobre 1918) e Giorgio de Chirico (febbraio 1919). Tra le altre mostre si ricordano quelle di Sironi (1919), Evola e i dadaisti, Klimt e Schiele (1920), Zadkine (1921). Dal 1922 la Casa d'Arte si trasferi' nelle cantine di Palazzo Tittoni in via Rasella, che comprendono anche i locali delle Terme di Settimio Severo. La galleria si ampliava fino a via degli Avignonesi ed era composta da tre sale ben distinte, una dedicata alla pittura dell'Ottocento, le altre alla pittura del tempo. I sotterranei ospitavano anche il Teatro degli Indipendenti, che mise in scena una serie importantissima di spettacoli come La veglia dei lestofanti, ossia L'opera da tre soldi di Bertolt Brecht (8 marzo 1930). Sui tavolini delle "Grotte" di via degli Avignonesi il ventunenne Alberto Moravia scrisse Gli indifferenti (1929). L'attivita' espositiva fu molto intensa : Antonio Donghi ottenne un gran successo con la sua personale del dicembre 1924, Socrate, Ceracchini, Di Cocco, Trifoglio, Ferrazzi vi esposero piu' volte . Trombadori e Francalancia erano tra i frequentatori abituali. Altre mostre : Bocklin, Prampolini, Rosai, Boccioni (1922) ; Campigli, Sant'Elia, Pannaggi (1923) ; Bartolini (1924) ; de Pisis e Sciltian (1925). Da ricordare l'esposizione del 1929, in cui furono messi a confronto tre gruppi di pittori : quelli piu' legati all'impressionismo, come Amato, Bertoletti; Bartoli, i i pittori del "realismo magico", Ceracchini, Di Cocco, Donghi, Francalancia, Oppo, Socrate, Trifoglio, Trombadori; il gruppo dei giovani dell'espressionismo, Mafai, Mazzacurati, Scipione, Raphael. Nel 1926 il Brooklyn Museum di New York organizzo' una mostra internazionale, segnalando l'attivita' dei Bragaglia accanto a quella dei maggiori centri artistici europei come Der Sturm a Berlino, Bauhaus a Dessau. Nel 1932 la galleria si trasferi' nella sede allo scalone di piazza Mignanelli, dove rimase per circa vent'anni, ospitando duecento mostre, prendendo il nome di Bragaglia Fuori Commercio.
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