20/06/2018
Gino De Dominicis: Vittorio Sgarbi racconta il paradosso della scomparsa di un immortale
![]() Sono una sessantina le opere allineate al Museo Riso. Si tratta di opere pittoriche e grafiche dagli anni '80 alla fine degli anni '90. seguendo un percorso coerente dal punto di vista stilistico e concettuale, concentrato sui temi mitologici e dell'immortalità. Oggi il lavoro di De Dominicis ha assunto un respiro internazionale e le opere in mostra davvero evidenziano il ruolo complesso che la figura di De Dominicis ha assunto nel panorama culturale italiano e internazionale. Già dalla sua prima importante personale nel 1969, presso la galleria romana l'Attico, l'opera di De Dominicis si caratterizzava per un modo di porsi non convenzionale nei confronti dei dogmi della scienza e della cultura. E' stato notato che Opere come Poltrona per un viaggio nello spazio, Due verifiche di invisibilità, e lo stesso Necrologio, hanno già tutte le sfumature paradossali del superamento dei limiti fisici e della realtà umana, della riflessione metalinguistica e dell'impossibile realizzazione di quanto descrivono nel loro stesso titolo. Certamente l'istallazione audio dal titolo D'IO, presentata nella stessa galleria romana nel 1971, opera unica nello spazio completamente vuoto, è l'istrione acustico che ironicamente diffonde il mistero dell'identità trasfigurata dal mito. Oltre al personaggio mitizzato, le opere in mostra a Palazzo Riso restituiscono un percorso artistico in cui De Dominicis costruisce il proprio "personaggio" e lo inserisce in una storia dell'inattualità e della distanza critica della contemporaneità. Gli "alter ego" fantastici di De Dominicis, dall'eroe sumero Gilgamesh alle figure aliene smaterializzate d'oro, evidenziano l'attività dell'artista totale rispetto al discorso critico e di mercato, così è agevole riconoscere in lui il parodista, l'artista mimetico e performativo che rivendica il primato dell'opera e dell'artista. In presentazione Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Polo Museale "Il Museo Riso", spiega pure come la mostra di De Dominicis rappresenti per il Museo Riso un traguardo per l'unicità e grandiosità del personaggio, che amava considerare le sue opere parte integrante della sua vita. La Li Vigni ricorda infine che De Dominicis non amava etichettarsi moderno o contemporaneo. Rifuggiva infatti le scuole, tanto da non considerarsi mai affiliato ad un movimento o ad una moda critica del momento. Concludendo però che allo stesso tempo De Dominics ha avuto nei confronti delle scuole una funzione ispiratrice. In questo senso riconoscendo che la sua stessa vita è divenuta un opera d'arte perché poeticamente e tragicamente è stata il gesto assoluto dell'arte sulla forma artistica". |