05/07/2017
La vicenda del manifesto "Passaggio di frontiera" raccontata da Enzo Carli
"Noi fotografi senigalliesi siamo di parola. Avevamo detto che saremmo andati alla Biennale di Venezia e ormai alla Biennale ci siamo di casa
tutti gli anni con i nostri reportages. Poi avevamo detto 'Senigallia come Arles'. Hebel a Senigallia lo abbiamo portato.
Alla Rotonda c'e' stata pure la standing ovation. Vedete che lavorando i progetti diventano realta'. Senigallia capitale della fotografia. E' una soddisfazione, "ma per me niente mare" dice Anna Mencaroni, con un sorriso ed un sospiro "perche' devo spedire al piu' presto i video a Lorenza Bravetta, che li aspetta a Roma al Ministero. Ora, la cosa piu' difficile, trovo i venticinque euro per la base di registrazione e il lavoro e' fatto". La fotografa e videomaker senigalliese Anna Mencaroni ha appena ultimato il riordino delle sue 10 ore di riprese della giornata di studio del Mibact relativa alla Fotografia marchigiana, che il Ministero dei Beni culturali pubblichera' per intero sul suo sito ufficiale. Tra gli interventi di maggior interesse vi e' quello del fotografo e sociologo Enzo Carli, che racconta le vicende del Manifesto del Passaggio di frontiera, cui parteciparono importanti fotografi senigalliesi, tra cui Mario Giacomelli, Ferruccio Ferroni e Sofio Valenti. Il racconto e' articolato in quattro sezioni: Dopo la frontiera, le origini, il manifesto, le verifiche. "E' una testimonianza importante" dice il prof. Bugatti, direttore del Musinf "perche' quella di Carli, che, tra l'altro, coordina la raccolta fotografica del Manifesto, conservata dal Musinf, e' un'analitica e sistematica premessa per la mostra di settore che il Musinf ha programmato di realizzare non appena potra' disporre degli spazi espositivi della nuova sede museale al piano nobile del palazzo del Duca. Qui tra poco verra' realizzato anche l'adeguamento degli spazi dell'ex-ostello, in quanto per l'Ostello e' in avvio un progetto, vincitore di un concorso nazionale. Globalmente il programma museale prevede la presentazione alla citta' delle varie raccolte fotografiche civiche, a partire da quelle che riguardano il Gruppo Misa". Ecco l'intervento integrale di Carli, che aprendo la sezione dopo la frontiera ha detto: Potremo individuare da una estrema sintesi del Manifesto Passaggio di Frontiera alcuni fattori di spinta della nuova generazione fotografica a cavallo tra la tradizione fideistica e il mutamento interiore e le condizioni fortemente interattive che spingono un singolo ad integrarsi in un gruppo e a migrare verso nuovi lidi, alla ricerca della realizzazione personale, alla messa in comune delle proprie motivazioni, aspirazioni e bisogni. La fotografia e' quindi il medium che riproduce nuove codifiche e interpretazioni della memoria, dei sogni, dello spazio esistenziale, privilegiando la visione interiore. Il trasferimento avviene attraverso un progetto dinamico (e terapeutico) di fotografia che interagisce con il tempo e le forme della civilizzazione. Una fotografia che e' quindi una forma di atteggiamento critico e risolutivo nei confronti dei dogmi e delle profezie che si auto rivela dalla conoscenza e dagli obblighi del percorso della rappresentazione figurativa. Lavoriamo nella storia con la storia e nella critica con la critica per recuperare la nostra identita' e i pensieri mutanti. Carli ha poi rivolto un pensiero di gratitudine agli Uomini che hanno portato le loro esperienze per dar vita a quest'esperienza, esclusiva e originale e ha illustrato il percorso dalle origini. Le origini. Il Centro Studi Marche nasce a Senigallia come movimento intellettuale e formativo intorno al 1978 e si trasforma in cooperativa culturale nel 1982. Tra i soci fondatori sono presenti architetti, avvocati, sociologi, imprenditori, matematici, ingegneri, psicologi, artisti, letterati e soprattutto molti fotografi, alcuni dei quali entreranno a far parte della cooperativa in seconda battuta. Oltre a diverse esperienze di formazione, Il Centro Studi Marche si distingue subito per una serie di iniziative promozionali in collaborazione con Enti e Istituzioni pubbliche quali work-shop, mostre e dibattiti sul versante della fotografia e arti visive, tra cui un film-poema Un'altra estate realizzato in collaborazione con la Provincia di Pesaro e l'Universita' di Urbino nel 1988 sulle poesie di Umberto Piersanti. In particolare nel settore fotografia vengono invitati, ai dibattiti e alle manifestazioni, personaggi di primo piano del panorama fotografico italiano e internazionale tra cui Franco Fontana, Giuliana Traverso, Ferdinando Scianna, Gianni Berengo Gardin. Alle Mostre partecipano grandi esponenti della fotografia italiana quali: Mario Giacomelli, Luigi Veronesi, Enzo Cei, Claudio Adorni, Giuseppe Cannoni, Paolo Monti, Pietro Donzelli, Giuseppe Cavalli, Pier Paolo Zani, Stanislao Farri, Giorgio Rigon, Rinaldo Prieri, Ambrogio Negri, Giuliana Traverso, Gianni Berengo Gardin, Pier Giorgio Branzi, Ferruccio Ferroni, ecc. Il dibattito sulla fotografia e' incentrato, all'interno del gruppo fotografico del Centro Studi Marche (che viene nominato BFI, Benemerito della Fotografia Italiana della FIAF) sulle istanze piu' innovative, quelle che si rifanno alla visione formale, chiarista e crociana della Bussola di Giuseppe Cavalli; quella neorealista della Gondola di Paolo Monti e soprattutto sul racconto fotografico e sul realismo magico di Mario Giacomelli che diventa un punto di riferimento. Un quarto di secolo dopo il Gruppo Misa (1952), satellite della Bussola (1947) in terra marchigiana, concepito e diretto da Cavalli (tra gli estensori del Manifesto della Bussola), in un panorama fotografico frammentato in una moltitudine di associazioni che raccolgono gli operatori ai vari livelli della fotografia. Qui confluiscono le istanze indipendentiste della Bussola (attraverso una rilettura e una rivalutazione dell'opera di Cavalli, nonche' l'adesione di personaggi che hanno vissuto in prima persona l'esperienza del Gruppo Misa come Ferruccio Ferroni e Mario Giacomelli), le istanze neo realiste e post-impressioniste della Gondola, come Gianni Berengo Gardin, il modo di raccontare per immagini di Giacomelli, della scuola fermana del CCF di Crocenzi e Guidi, le ricerche post-concettuali e la consapevolezza critica, le sperimentazioni grafiche, il reportage interiorizzato, la "contaminazione" con le altre espressioni dell'arte moderna. Un serbatoio culturale vasto e fortemente eterogeneo che tuttavia poggia su una base di ampie convergenze in materia di autonomia espressiva, di interiorizzazione della visione fotografica, di impegno nella ricerca e di rigore intellettuale. L'attivita' del gruppo spazia tra momenti di formazione, con sistematici confronti e scambi di esperienze, momenti di divulgazione, con pubblici dibattiti, pubblicazione di testi, seminari, presentazione di autori e momenti di proposizione, con mostre fotografiche collettive e personali. Un centinaio di manifestazioni di rilevanza nazionale, dal 1982 al 1994, sono a testimonianza di un attivismo culturale di difficili precedenti nella fotografia italiana. Il manifesto La consapevolezza di aver ricreato al proprio interno i medesimi presupposti e le tensioni che animarono il rinnovamento del pensiero fotografico italiano, ispira al Centro Studi Marche, dopo anni di formazione e promozione della fotografia, la necessita' di stilare un proprio "manifesto" nella continuita' con quello elaborato nel 1947 da Cavalli, Finazzi, Leiss, Vender e Veronesi. Il Manifesto Passaggio di Frontiera storicizza una stagione di ricerca e di rinnovamento della cultura fotoamatoriale e costituisce, in ogni suo singolo passaggio, un oggetto di approfondimento nonche' motivo di dibattito fin dalla sua presentazione, avvenuta, nel 1995, in anteprima alla Galleria Kn di Ancona e in via ufficiale ad opera di Jean Claude Lemagny, all'epoca Conservatore Generale del Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Nazionale di Francia e storicizzata con il premio nazionale per il Laboratorio fotografico Gentile da Fabriano, 2013. Manifesto dei fotografi del Centro Studi Marche di Senigallia, poi Manifesto dei Fotografi del Passaggio di Frontiera La fotografia e' il nostro mezzo privilegiato, con il quale esprimiamo la visione del mondo, i rimandi della memoria, i sogni e le ansie della nostra generazione. La vita psichica e relazionale, lo spazio esistenziale e le sue motivazioni interiori, sono al centro del nostro interesse. Le nostre proposte sul linguaggio fotografico, espressione di liberta', sono legate ad una serie di esperienze, trasformate dall'autoanalisi collettiva, in proprie motivazioni. Siamo impegnanti in un progetto di fotografia globale, tra realta', astrazione e concetto, dentro la rete complessa delle informazioni che le immagini instaurano e che costituiscono l'elemento dinamico del nostro percorso. Operiamo con la fotografia le scelte funzionali all'uso ed al linguaggio, con le quali manifestiamo, nello spirito del tempo, i modi e le forme del comunicare per immagini. Siamo per la fotografia che nasce dalle emozioni e dall'intelletto, come un grido di risoluzione alla vita, espressione latente di un'idea che nella forma e nel contenuto e' svincolata dagli obblighi del percorso della rappresentazione figurativa. Crediamo nella fotografia come espressione autonoma, come ogni cosa puo' esserlo nel rispetto delle reciprocita', slegata da ogni dominio strumentale dell'arte e dal suo progetto di utilizzo. Rinnoviamo la sua storia che e' spesso snaturata nelle sue ragioni interne, della liberta' dell'immaginazione. Recuperiamo identita' alla critica fotografica, spesso lasciata nell'indifferenza del pubblico. Il critico e' un nostro simile, per pratica ed estrazione culturale, che si fa promotore ed interprete delle motivazioni e delle decisioni del fotografo. Cerchiamo le immagini che si fanno conoscenza e poesia, che dialogano con la parola per il reciproco accrescimento. Perseguiamo la conoscenza attraverso l'educazione all'originalita', alla comunicazione, alla comprensione. Favoriamo le occasioni per far conoscere ed esporre, fuori dagli stereotipi della comunicazione di massa, le immagini del nostro racconto. Provochiamo situazioni in cui si possa discutere di fotografia, della sua natura e delle sue scoperte, per soddisfare il nostro bisogno di essere. Senigallia, 14/01/1995
Enzo Carli - Gianni Berengo Gardin - Giorgio Cutini - Luigi Erba - Ferruccio Ferroni
- Mario Giacomelli - Paolo Mengucci - Aristide Salvalai - Francesco Sartini - Sofio Valenti.
Le verifiche - Con la collaborazione di Massimo Renzi
Cio' che potrebbe sembrare un punto d'arrivo - Il Manifesto - in realta' non e' che l'inizio di un lungo e appassionante percorso. Divergenze
ideologiche e operative tra la componente piu' innovatrice del gruppo e quella piu' tradizionalista determinano una lunga pausa di riflessione. Pur
componendosi di un insieme di forti e differenti individualita', il gruppo risulta maggiormente proiettato verso una fotografia di rottura, di
ricerca e di sperimentazione, svincolata da obblighi figurativi e tecnicistici. Anche nel nome e' sancito il cambiamento, e i Fotografi del Centro
Studi Marche si trasformano come i Fotografi del Manifesto - Passaggio di Frontiera, nuovi guerrieri. Contrariamente a quanto il suo nome lascerebbe
supporre, il nuovo gruppo non procede ad una proposizione dogmatica del manifesto. |