30/06/2017
L'associazionismo fotografico nelle Marche raccontato da Gioacchino Castellani
Il Ministero dei Beni culturali pubblichera' sul suo sito ufficiale la registrazione di tutti gli interventi della giornata di studio
tenutasi con successo alla Rotonda di Senigallia e predisposti da Anna Mencaroni. Per chi ama la fotografia, di notevole interesse
nella giornata di studio Mibact alla Rotonda dedicata all'INFLUENZA MARCHIGIANA SULLA FOTOGRAFIA IN ITALIA DEL SECONDO DOPOGUERRA,
e' risultata la relazione di Gioacchino Castellani, che e' un fotografo di notevole prestigio, nonche' autore di tanti libri sull'argomento
fotografico. Lui le cose le sa veramente anche per averle vissute spesso in prima persona. Ha spiegato come l'associazionismo fotografico
nelle Marche nel dopoguerra ricalchi in gran parte le orme della Fiaf, nata nel dicembre 1948 ad opera di otto circoli fotoamatoriali. Fra
questi vi era anche il Circolo Fotografico Milanese, da cui fuoriusciranno Ferruccio Leiss, Federico Vender e Giuseppe Cavalli, per formare,
con Mario Finazzi, un gruppo fotografico autonomo nel maggio del 1947, che prese il nome di "La Bussola", con sede a Milano, presso l'abitazione
di Vender. Capogruppo fu Giuseppe Cavalli, nativo di Lucera e dal 1939 residente a Senigallia. Come si puo' intuire la Fiaf, attraverso i suoi
circoli fotoamatoriali e Giuseppe Cavalli con la sua attivita' promozionale operata anche attraverso l'Associazione Misa di Senigallia,
(nella quale hanno militato Mario Giacomelli, Ferruccio Ferroni, Piergiorgio Branzi e altri fotografi importanti), hanno svolto un ruolo
determinante nella diffusione della fotografia marchigiana nel territorio nazionale. Castellani ha ricordato a questo proposito anche l'opera
promozionale di Luigi Crocenzi con il C.C.F. di Fermo e circoli storici come l'Associazione Fotoamatori Senza Testa di Osimo, nelle cui fila
hanno militato due Maestri della Fotografia Italiana Fiaf, Eriberto Guidi e Domenico Taddioli. Della precedente generazione ricordiamo anche
Renzo Tortelli, Benedetto Trani, Attilio Pelosi (presidente del Fotoclub Anconetano negli anni '60), Arturo Ghergo, Michele Battistelli,
Corrado Vidau, Giacomo Ilari, ecc.
Cosa rimane oggi della tradizione fotoamatoriale marchigiana?
Naturalmente esistono anche altre realta' fotoamatoriali non aderenti alla Fiaf, poche per verita', ma egualmente valide. Nelle attivita'
didattiche del MUSINF di Senigallia sono presenti fotografi di notevole valore a cominciare da Giorgio Pegoli, Lorenzo Cicconi Massi,
Alberto Polonara, Alberto Raffaeli, Pietro del Bianco, Marco Mandolini, Walter Ferro ed altri non meno importanti. Riassumendo, in definitiva abbiamo oggi nelle Marche un complesso molto variegato di circoli e tendenze fotografiche che operano in modo diverso secondo le proprie strategie culturali. Volendo fare il Punto della situazione Castellani si e' fatto una domanda importante, che non riguarda tanto il numero dei circoli o dei fotografi presenti nelle Marche, ma la validita' delle loro proposte fotografiche. Prendendo nota del fatto che rispetto al dopoguerra i tempi sono cambiati, Castellani ha sottolineato che diversa risulta la formazione culturale del fotoamatore all'interno dei fotoclub, dove non c'e' piu' la trafila del concorso fotografico che obbligava i soci ad una lunga formazione visiva. Oggi sono di moda il portfolio e il racconto fotografico, anche se pochi riescono ad affrontare un cosi' difficile argomento. Il fotoamatore e' convinto che la fotografia digitale possa fare miracoli, con photoshop e' facile ottenere alterazioni pseudo-artistiche e manipolazioni talmente strabilianti che nei fotoclub amatoriali non si parla d'altro. Facebook e whatsap consente al fotoamatore di essere protagonista, pubblicare i propri lavori e ottenere consensi immediati. Naturalmente il parere dei media ha poco valore perche' espresso quasi sempre da amici e persone inesperte, ma questo basta ad ognuno per sentirsi gratificato. Il risultato e' una sconfinata produzione iconografica, spesso senza valore o meglio con una immensa sciatteria (come ebbe a dire Elliott Erwitt). Cosa si puo' fare di meglio? E soprattutto come si possono identificare le proposte valide? Domanda difficile, cui Castellani ha detto di non saper rispondere, forse gli addetti ai lavori possono indirizzarci per il meglio. A Senigallia, continuiamo il culto per le cose passate, forse anacronistiche, vecchie, ma non qualitativamente superate. Nella didattica del Musinf continuiamo ad avere la passione per la fotografia analogica, anche se molti di noi fotografano anche in digitale. Una non esclude l'altra, non sono antitetiche. Puo' essere una soluzione, studiare il passato e nello stesso tempo uniformarsi al presente. Sempre Erwitt diceva che si possono fare belle e brutte fotografie sia con il digitale che con l'analogico. Non e' il mezzo che decide, ma la nostra cultura e sensibilita'.
L'Esperienza dell'Accademia dei "Sali D'Argento" Sul tema delle nuove proposte del Musinf Castellani ha infine comunicato agli addetti ai lavori, che e' in programma nella nuova sede del Musinf al Palazzo del Duca uno spazio dedicato ai nuovi fotografi. Un luogo esclusivo dove si possano fare delle mostre cicliche, continue, dove a rotazione sia possibile vedere esposte le nuove proposte fotografiche. Cio' con lo scopo di attivare un museo attivo anche nel presente, dinamico e propositivo. Castellani, assai applaudito, ha chiuso ringraziando l'Amministrazione di Senigallia sperando, voglia continuare a sostenere la fotografia come finora ha sempre fatto. |