19/03/2018
Anche Lorenzo Cicconi Massi e Giorgio Pegoli all'incontro con il fotografo Paolo Monina. Intervista di Andrea Carnevali.
Venerdi' sera al Musinf per il corso di fotogiornalismo coordinato da Giorgio Pegoli si e' svolto un incontro con Paolo Monina. A salutare il fotografo assai noto, che da alcuni anni vive a Senigallia, c'erano, oltre agli allievi anche i docenti del corso, tra cui Lorenzo Cicconi Massi e Walter Ferro. Le testimonianze fotografiche di Monina, relative alle persone alluvionate a Senigallia nel 2014 sono state raccolte in un libro intitolato "La paura rimane ogni volta che piove". Si tratta di un libro in cui Monina, con Loreta Pagnani per le edizioni Tecnostampa nel 2015 ha raccolto le immagini scattate a tante persone che hanno vissuto l'alluvione del 3 maggio 2014.
Nell'introdusione il prof. Bugatti, diettore del Musinf, ha ricordato che Paolo Monina e' nato ad Ancona. Ha iniziato a fotografare viaggiando per l'Europa e in Francia come fotografo freelance. Dal 1990 al 1995. Ha poi insegnato fotografia presso il Centro Sperimentale Design CNIPA di Ancona.Dal 2008 al 2012/13 e' docente a contratto di "Fotografia e nuove tecniche visuali" nella Facolta' di Scienze della Comunicazione all'Universita' degli Studi di Macerata. Ha aperto il primo studio fotografico ad Ancona nel 1989, facendosi conoscere subito nel campo della fotografia di moda. Collabora con le riviste Delta Focus, Button's Review, Zoom on Fashion Trends e Details. Ha realizzato numerose campagne stampa per i suoi Clienti su Vogue, Mondo uomo, L'uomo Vogue, Panorama, L'espresso, Max, White Sposa. Ha Realizzato ritratti di personaggi molto noti, fra cui quelli di Giulio Cappellini, Donatella Girombelli, Valeriano Trubbiani, D'Addario, Francesco Scarabicchi. Dal 1985j ha partecipato a numerose mostre in Italia e in Europa. Nel 1990/91collabora con lo studio "Imagin'esterne" di G. Scialpi a Roma, come fotografo per la realizzazione di fotografie inerenti a backstage e di illustrazione per cataloghi nell'ambito di iniziative ed eventi culturali dell'Ambasciata Francese (Palazzo Farnese - Roma). Dal 1997 collabora con l'ACSAF, Archivio Contemporaneo Stampa d'Arte Fotografica di Firenze dove sono presenti alcune sue immagini in esposizione permanente. Lavora con importanti Aziende nel settore della moda e degli accessori, e Agenzie di Comunicazione, oltre ad impegnarsi nella produzione di fotografia artistica con ritratti e still life. È rappresentato dall' Agenzia Bruna Caldi di Milano.
Particolare interesse nell'incontro hanno raccolto le sperimentazioni recenti di Monina.
Intervista a Paolo Monina di Andrea Carnevali
Quando le immagini di moda diventano sintetiche. Le ragioni della poetica di Paolo Monina sono da ricercarsi nei nuovi e vecchi stili di vita. Nel passato si potrebbe pensare a Gabriele D'Annunzio eccentrico personaggio che si e' imposto all'opinione nella societa' dei primi anni del Novecento, grazie anche al cinema, oppure Alberto Moravia che descrive l'indifferenza della borghese dell'avanzata del fascismo in Italia e infine il viaggio di Pier Paolo Pasolini in India raccontato nel celebre reportage. Mentre oggi il corpo e' visto il piu' delle volte come un oggetto brutalmente mercificato e le immagini di Monina cercano di mettere a confronto due diverse epoche culturali.
Il fotografo ha una sorta di simpatia per i ritratti e per i nudi e un interesse per lo stile manierato-arabesco che conferisce al corpo fluidita' e ritmo che si trasmette allo spettatore e agisce a livello psicologico. L'artista riesce a restituire, in virtu' di una "grammatica fotografica" di grande raffinatezza culturale e stilistica, i sentimenti da lui provati davanti ad un oggetto o a una persona che cattura la sua attenzione.
Nelle immagini di Monina si possono rivedere i volti di Modigliani reinterpretati con uno stile personale e antiaccademico. Egli crea nelle fotografie delle velature chimiche che non sono semplici ornamenti retorici, ma elementi strutturali del discorso poetico. Le scene di interni sono un tema frequente nella pittura dei Nabis che rivelano una tendenza verso un realismo descrittivo. Nel catalogo delle opere dell'artista anconetano si scorge una fusione tra Impressionismo e Simbolismo che e' sviluppata attraverso composizioni sintetiche bidimensionali per mezzo della ricerca di effetti decorativi e frequenti deformazioni dei dettagli che fanno assumere ai particolari valori simbolici. Cosi', come ha osservato Marcello Verdanelli, "il corpo si riprende una meritata rivincita sull'insensata distrazione del nostro tempo" che egli vuole esaltare e rendere piu' attraente.

Come va?
Bene...

Questa e' una buona occasione per averti a disposizione e iniziare a parlare del tuo stile che in questi ultimi anni sta trovando un giusto riconoscimento tra esperti d'arte e gallerie. Mi viene in mente l'interessante mostra che hai allestito ultimamente nelle sale museali di Palazzo Bisaccioni a Jesi dove hai voluto creare una sorta di allestimento sulla poetica del nudo nella fotografia...

Quali sono i tuoi nuovi lavori?
I miei ultimi lavori sono stati realizzati da pellicole Polaroid e appartengono alla collezione che ho chiamato "Ultime Intimità".

Dove nasce il tuo stile?
Il mio stile nasce da un modo di vedere la vita, la quotidianita', il lavoro che per me e' rappresentato dal voler esprimere cio' che penso per immagini, sulle tematiche che piu' mi catturano in quel momento. La fotografia, che continua sul materiale dove andro' a stampare: non a caso nel 2013 inizia a stampare su cellophane da serra, perche' trasparente, ma non troppo. Realizzai cataloghi, successivamente, per un brand allora emergente, e curai per lo stesso, l'allestimento a Milano al WoMade. Se potrebbe o meno, il mio stile, identificarsi in una "poetica marchigiana", non saprei cosa dire.

Quale sarebbe la poetica marchigiana?
Quella di Cavalli, Giacomelli, il Gruppo Misa, oppure, quale altro? Io non c'entro nulla con tutti loro, non solo perche' non a loro contemporaneo, ma soprattutto anche per altri motivi, relativi al background culturale, e al modo di vedere le cose.

Mi sai indicare un gruppo di artistici nuova generazione?
No, non saprei. Non faccio parte di nessun gruppo, per me non ha molto senso.

Quale e' la poetica degli artisti?
Non penso di essere un artista, mi occupo di fotografia commerciale, e fotografo cio' che sento. Ho conosciuto tanti che si fanno chiamare "maestro" o "artista", .... io sono un fotografo; se faccio o faro' arte, non lo so, e nemmeno mi interessa saperlo. Voglio vivere con quello che ritengo di saper fare.

Quali sono state le mostre piu' interessanti a cui hai partecipato?
Sicuramente quella al ROSPHOTO State Museum and Exibition Centre a San Pietroburgo, "Pietre Trasparenze Volumi in terracotta" Societa' della Pietra - Senigallia (An); "RUDERI" - ABBAZIA di San Vincenzo al Furlo (Acqualagna- PU), "Transit 99/00" Galleria Momoyama, Art Space, Firenze e "Appunti di Viaggio" - Galleria Portfolio - Senigallia (An).

Il mercato dell'arte marchigiano? La nota dolente!
C'e' chi acquista quadri per investire, c'e' chi li acquista indipendentemente se e' d'Autore o meno; e poi quello della fotografia non e' ancora partito, o meglio solo quelle foto di Autori famosi locali; ma non so il perche', anzi perche' sono famosi! Far acquistare una fotografia a chi non ne sa nulla, e' impresa ardua, anche perche' non tutti hanno la conoscenza di poter arredare ambienti domestici con fotografie. Io avrei delle idee, e sono convinto di riuscire nell'impresa, ma non ho soldi per iniziare, e se li avessi sicuramente me ne sarei andato dall'Italia.

Il Collezionismo?
Esiste, ma di Leo Castelli ce ne e' stato uno solo: figura completa e necessaria.

Vivi a Senigallia, citta' della fotografia. Esiste davvero... oppure e' solo un'etichetta? Vivo a Senigallia, citta' di Mario Giacomelli e del Gruppo Misa. Forse e' citta' della fotografia, perche' c'e' una moltitudine di persone, amatori e saltuari che si dedicano ad usare la macchina fotografica.

Moda e arte?
Moda e' identita', per me, e l'identita' non si puo' confondere con altro. E' sempre chi ha a che fare con l'identita' che colpisce; cosi' produrre arte, a sempre a che fare con qualcosa da decodificare.

Una fotografia piu' impegnata, oggi avrebbe piu' successo?
Forse bisognerebbe riguardare qualche volta ancora, il libro con le fotografie di August Sander: l'uomo del ventesimo secolo, per capire questo concetto.

Quali sono i nuovi temi del presente?
Oggi! Mi piace ricordare una frase di Fabio Mauri che ho inserito nel mio sito: "Il mondo cambia e rimane uguale, io cambio e divento diverso".


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