Mario Giacomelli, Piergiorgio Branzi e Ferruccio Ferroni
Il maggior successo internazionale, tra gli
artisti del gruppo Misa è stato raggiunto da Mario Giacomelli. Notevole è
stata anche l'affermazione di alcuni autori come Ferruccio Ferroni e Piergiorgio Branzi.
Mario Giacomelli era stato salutato subito dalla critica come l'uomo nuovo della
fotografia italiana. Ancora bambino aveva perso il padre e, a tredici anni, era
garzone in una tipografia di cui divenne, con il tempo, comproprietario. L'ospizio
di Senigallia, dove la madre lavorava come lavandaia, è stato per lui
una frequentazione quotidiana, tanto da divenire uno degli sfondi più celebrati
della sua produzione. Dopo l'esperienza nel Gruppo Misa e dopo alcune sperimentazioni
in pittura e poesia, aveva proceduto alla raccolta delle opere, come racconto fotografico.
La sua fotografia è caratterizzata da una stampa fortemente contrastata. Alle
sue opere sono state dedicate mostre presso prestigiosi musei in varie parti del mondo.
Il Musinf ha promosso le mostre della raccolta di Mario Giacomelli alla Biblioteca
nazionale di Francia, a Parigi e le mostre negli istituti italiani di cultura di Los
Angeles, Chicago e New York.
Fascino e popolarità attuali della figura e
dell'opera di Mario Giacomelli sono stati sottolineati dal successo, che hanno avuto
recentemente il libro, edito da Mondadori, di Simona Guerra, nipote dell'artista,
sulla vita e sull'opera di Mario Giacomelli ed il catalogo della mostra del grande
fotografo senigalliese, pubblicato in occasione della mostra negli spazi di Forma,
edito da Contrasto, con uno scritto del figlio di Giacomelli, Simone. Su Mario Giacomelli
in libreria sono apparsi nel 2011 un libro di Katiuscia Biondi, edito da Il Sole 24 Ore,
con la presentazione di Bonito Oliva ed un film di Lorenzo Cicconi Massi. In occasione
del decennale della scomparsa di Giacomelli sono stati editi cataloghi relativi alle
mostre allestite a palazzo del Duca e alla Rocca Roveresca aventi per oggetto le
innovative interazioni, animate da Mario Giacomelli con artisti senigalliesi. Stretti sono stati i rapporti umani e creativi di Piergiorgio Branzi con Cavalli, Balocchi e Camisa. Ha condiviso con Giacomelli l'attenzione per una decisa svolta linguistica rispetto alle teorizzazioni stilistiche di Cavalli. Nato a Firenze, 1928, dopo aver compiuto studi classici ha interrotto gli studi universitari per dedicarsi alla fotografia, folgorato dalla scoperta dell'opera di Cartier-Bresson. E' stato affiliato ai gruppi La Bussola (1947) e Misa (1954), che costituirono vere officine di sperimentazione per lui, già orientato verso una fotografia narrativa e documentaria. Negli anni '60 ha intrapreso, con enorme successo, la carriera giornalistica, prima sulla carta stampata, quindi come inviato dall'estero della RAI. Dal soggiorno a Mosca è nato il suo Diario Moscovita. Ferruccio Ferroni è, anche lui, considerato uno dei padri della fotografia italiana. Nato a Mercatello sul Metauro nel 1920, è stato tra i fondatori del Gruppo Misa e si è manifestato come interprete rigoroso e coerente della lezione di Cavalli. Nel 1999 il volume fotografico " Immagini inventate", dedicato alla sua fotografia, edito dal Comune di Fermo e dalla Fondazione Carifermo ha ottenuto il premio speciale quale miglior libro fotografico alla biennale Fotopadova. La Fiaf lo ha designato come autore dell'anno nel 2006, dedicandogli una monografia. |